LIVORNO – Dopo giorni di speculazioni e interpretazioni più o meno velate seguite alle parole polemiche del commissario tecnico Julio Velasco (“Per me la porta è quasi chiusa, nessuno pensi che ogni anno una giocatrice decide se venire o no in nazionale” e ancora “L’Italia non è un club, è una cosa speciale” aveva sentenziato davanti ai microfoni dei giornalisti, facendo nomi e cognomi di Elena Pietrini, Sara Bonifacio, Cristina Chirichella e Marina Lubian che avevano declinato la convocazione per la Volley Nations League), è stata la diretta interessata a fare chiarezza. Con un post sentito pubblicato su Instagram, proprio Pietrini ha spiegato i motivi della sua assenza dalla Nazionale italiana per l’estate 2025, allontanando ogni ombra di polemica e confermando quanto già si era intuito osservando la sua stagione con la Numia Vero Volley Milano.
“Una scelta sofferta, ma necessaria” l’ha definita così la schiacciatrice classe 2000 ha descritto la decisione di rinunciare agli impegni azzurri. Dietro la sua indisponibilità non c’è alcuna questione disciplinare o di volontà, ma un percorso di recupero fisico ancora in corso, dopo l’intervento alla spalla destra subìto nella primavera del 2024. Un infortunio che ha inciso profondamente sul suo rendimento: la sua presenza in campo è stata centellinata nel corso dell’ultima stagione.
Il suo messaggio social è anche carico di riconoscenza per la maglia azzurra: “Indossarla è stato sempre un onore”, ha scritto, assicurando il proprio tifo da casa per le compagne impegnate in questo periodo nella Volley Nations Leeague e nel nuovo ciclo che il CT Velasco ha avviato. Un processo di rinnovamento, quello voluto dal tecnico argentino, che ha già portato a scelte nette come l’esclusione di Caterina Bosetti e l’investitura di volti emergenti come Rebecca Piva.
Pietrini, che ha appena concluso la sua prima stagione in Italia dopo l’esperienza in Russia culminata con la vittoria del campionato, ha quindi deciso di mettere al primo posto il suo benessere fisico. E lo ha fatto con trasparenza e maturità, spegnendo sul nascere ogni tentativo di strumentalizzazione. Il suo messaggio lascia però anche una promessa non detta: quella di un ritorno, quando sarà di nuovo al 100%, per continuare a essere quel “diamante di posto quattro” che l’Italia non può permettersi di perdere.