LIVORNO – C’è voluto quasi mezzo secolo, ma alla fine il sogno è diventato realtà. Valerio Mastracci, livornese classe 1975, ha conquistato il titolo di campione d’Italia di pesca da natante a squadre con la maglia della A.S.D. Oltrarno Colmic. Un traguardo inseguito fin da bambino, quando, a soli due anni e mezzo, impugnava la sua prima canna in bambù sulla diga foranea del Molo Novo, affiancato dal nonno Franco, pescatore verace e mentore silenzioso di una passione mai spenta.
Il successo è arrivato nelle acque di Monfalcone, durante il Campionato Italiano a squadre di società 2025. Insieme a Mastracci, sul podio tricolore, anche Alessandro Marconi di San Benedetto del Tronto e Giorgio Fiorentini di Rapallo. Una competizione ad alto tasso tecnico, che ha visto al via 24 squadre per un totale di 72 atleti. Il regolamento prevedeva un campo gara su fondale regolare tra i 15 e i 17 metri, con menole, sugarelli, boghe, sgombri e oratelle come prede principali. Esche consentite: gamberi, acciughe e calamari, con i primi risultati particolarmente efficaci.
«Una gara molto tecnica – racconta Mastracci, visibilmente emozionato – in cui era fondamentale prendere le decisioni giuste al momento giusto. Abbiamo fatto le scelte corrette e il lavoro di squadra è stato impeccabile. Dedico questa vittoria a mio nonno Franco, che mi ha trasmesso l’amore per il mare. Sono sicuro che da lassù mi ha guidato anche questa volta».
La sua carriera sportiva è stata poliedrica. Ha iniziato a gareggiare nel 1992 nel Surf Casting con la società Surf Casting Livorno, per poi diventare anche un surfista agonista di livello internazionale: è stato atleta della Nazionale Italiana e ha partecipato a Europei e Mondiali. In valigia, però, non sono mai mancate le sue amate canne da pesca, compagne inseparabili anche nei viaggi in giro per il mondo alla ricerca dell’onda perfetta.
Dal 2014, terminata l’attività agonistica con la tavola, Mastracci è tornato alle competizioni di pesca scegliendo il bolentino da natante, la disciplina che oggi gli ha regalato il titolo italiano. «Mi piace perché è imprevedibile – spiega – soprattutto pescando con l’esca viva: non sai mai cosa può abboccare. È questo il fascino della pesca, la magia che mi ha rapito fin da quel giorno al Molo Novo, quando tirai su la mia prima triglia».
Una vita scandita dalle maree, dal suono del mulinello e dai ricordi salmastri: Mastracci ha imparato prima a tenere il timone del gozzo del nonno che a pedalare su una bici. Oggi, a 49 anni, porta sul petto uno scudetto tricolore, ma nel cuore ha ancora la gioia semplice e potente della sua prima cattura.