LIVORNO – Un racconto lungo 110 anni, punteggiato da volti, emozioni e trionfi che hanno scritto la leggenda amaranto. È “Centodieci e lode – Una splendida annata, una storia infinita”, il volume ideato e curato da Simone Fulciniti presentato in anteprima al Chioschino di Filippo Brandolini, nella suggestiva cornice di Villa Fabbricotti.
Il libro, nato per celebrare i 110 anni dell’Unione Sportiva Livorno 1915, si è trasformato in corso d’opera in qualcosa di ancora più significativo: il racconto di una stagione esaltante culminata con la promozione in Serie C e la conquista dello scudetto di Serie D. Un’annata da incorniciare, impreziosita da un’opera collettiva che unisce memoria, passione e spirito di appartenenza.
Fulciniti ha coordinato un gruppo di firme di primo piano del giornalismo sportivo livornese — tra cui Gianluca Andreuccetti, Giulia Bellaveglia, Giorgio Billeri, Marco Ceccarini, Marco Frosini, Alessandro Guarducci, Flavio Lombardi, Enrico Paradisi, Fabrizio Pucci e Luca Salvetti — per costruire un’opera che attraversa le epoche amaranto: dai fasti di Magnozzi, Picchi e Balleri, alle gesta di Lucarelli e Protti, fino al recente ritorno in panchina di Alessio Dionisi.
«Quando abbiamo pensato al progetto – racconta Fulciniti – non potevamo immaginare una stagione così entusiasmante. Abbiamo aspettato la vittoria dello scudetto per mandarlo in stampa: volevamo che fosse davvero completo».
L’opera, pubblicata da Studio Eurobudget di Alessio Cavallini, è proposta in edizione limitata e distribuita gratuitamente, come un vero oggetto da collezione. A completarla, un ricchissimo apparato fotografico curato da Andrea Dani e Andrea Vadacca, capace di restituire tutta la forza visiva e l’emozione di un’annata storica.
«Scrivere questo libro è stata una sfida – prosegue Fulciniti – soprattutto per il coordinamento di tanti stili e voci diverse. Ho scritto meno rispetto ad altri, ma ho curato tre capitoli molto impegnativi. Mi sono immerso negli archivi, nelle emeroteche, ho parlato con ex calciatori per restituire la verità dei fatti con accuratezza».
Ma il libro non si rivolge solo ai tifosi amaranto. Vuole parlare anche ai giovani, stimolarli alla riscoperta della storia sportiva e culturale della città. «Ho scelto uno stile narrativo fresco, aneddotico, che potesse incuriosire anche chi non ha vissuto certe epoche. I ragazzi oggi hanno bisogno di spunti, non solo di informazioni. E la storia del Livorno, con le sue mille vite, può offrirne tantissimi».
Centodieci e lode è quindi molto più di un libro: è una dichiarazione d’amore alla città, alla sua squadra e a una comunità che non ha mai smesso di credere nel potere dello sport come linguaggio collettivo.
