LIVORNO – La promozione in Serie C non è un punto d’arrivo, ma il primo passo di un percorso ambizioso per il Livorno Calcio. Parola del presidente Joel Esciua, che intervistato da La Gazzetta dello Sport, dopo aver riportato gli amaranto tra i professionisti guarda già oltre: l’obiettivo dichiarato è tornare in Serie B nel giro di tre stagioni. Con Paolo Indiani ancora in panchina e una visione chiara su strutture, identità e crescita dei giovani.
Al termine di una stagione trionfale, Esciua ha sottolineato come la risalita dalla D fosse un dovere morale verso la storia del Livorno e la sua tifoseria: “In due anni siamo passati dall’Eccellenza alla C, restituendo orgoglio a una piazza che meritava di più. Ma la festa del 6 aprile è solo l’inizio”. Secondo lui sono stati tre, in particolare, i momenti chiave che hanno indirizzato il campionato: la rimonta sul Grosseto alla quarta giornata, il pareggio salvato a Foligno e la vittoria matura contro il San Donato.
Progetto triennale per la B
Ora il Livorno vuole consolidarsi e crescere ancora. “La Serie C è solo il minimo sindacale per questa società. Stiamo lavorando su basi solide per costruire un club strutturato. Abbiamo un programma su tre anni per arrivare in Serie B, puntando su organizzazione, identità e infrastrutture”.
Sul mercato, il presidente chiarisce la linea: “Continuità e giovani saranno le parole d’ordine. Investiremo su ragazzi promettenti come Marinari e Tani, ma affiancheremo anche profili esperti per creare uno spogliatoio forte e coeso”.

Indiani resta
Confermato (almeno a parole) alla guida tecnica anche Paolo Indiani, artefice della promozione e alla sua undicesima scalata in carriera: “Ha un contratto legato alla promozione. Per noi è l’allenatore della prossima stagione. Se sarà convinto di proseguire, il progetto continuerà insieme. Livorno può essere il salto definitivo della sua carriera”.
Il centro sportivo come simbolo di rinascita
Un passo storico anche fuori dal campo è la realizzazione del primo centro sportivo di proprietà del club, in zona Banditella. “Abbiamo ottenuto la concessione in un’area strategica: un segnale forte per la città. Vogliamo un luogo che identifichi i livornesi, dai bambini ai genitori. Questo progetto è stato, per certi aspetti, ancora più emozionante della vittoria in campionato”.
Stadio Picchi e futuro
Sul fronte stadio, Esciua guarda con attenzione al “Decreto Abodi”, che potrebbe aprire scenari favorevoli per l’ammodernamento degli impianti: “Il Picchi compirà presto 100 anni. Ha bisogno di interventi che rispettino la sua storia, ma siano al passo coi tempi. Il Comune si è mostrato collaborativo, serve sinergia tra pubblico e privato per dare alla città ciò che merita”.