LIVORNO – Dopo le 14 di mercoledì 7 maggio, dopo una lunga battaglia a colpi di rilanci, il centro sportivo di Banditella ha un nuovo proprietario. Ad aggiudicarselo è stata l’Unione Sportiva Livorno del patron Joel Esciua che, fresca di promozione in serie C, con un’offerta finale stimata in 710.000 euro ha avuto la meglio sull’unico altro contendente, l’Armando Picchi Calcio, rimasto in corsa fino all’ultimo ma costretto a cedere.
L’asta, avviata nell’ambito di una procedura esecutiva immobiliare disposta dal Tribunale di Livorno, si è chiusa nel primo pomeriggio dopo una frenetica serie di offerte al rialzo, seppur a piccoli passi. Il prezzo base era fissato a 675.000 euro, con una soglia minima d’ingresso pari a 506.250 euro e un rilancio minimo da 10.000 euro. La gara si è svolta in modalità asincrona, con prolungamenti automatici ogni qualvolta un’offerta arrivava negli ultimi 15 minuti.
Il lotto, classificato come “unico”, comprende la proprietà superficiaria (con scadenza nel 2045) di una vasta area sportiva alla periferia sud della città, composta da due campi da calcio (uno in sintetico, uno in erba omologato per la Serie D), tre campi da calcetto, una tribuna, spogliatoi, servizi, uffici, un bar, locali tecnici e una foresteria in costruzione. La proprietà resta del Comune, ma adesso la società amaranto beneficerà di una concessione ventennale d’uso.
Per l’Us Livorno si tratta di un passo importante, che si tradurrà nella creazione del nuovo “Livornello”, centro sportivo di riferimento in primis per quel settore giovanile condizione indispensabile per l’iscrizione della prima squadra dopo il ritorno nei professionisti.
Non manca però il malumore. A farne le spese è stato l’Armando Picchi Calcio, storico sodalizio livornese che da anni utilizzava la struttura e che aveva partecipato con un’offerta importante. La sconfitta ha lasciato l’amaro in bocca, tanto da spingere la società a pubblicare alla vigilia sui social un messaggio accorato e duro:
“Il Picchi sta per essere cancellato. Non una semplice società, ma un pezzo di storia, di identità, di vita vissuta […] Decine di ragazzi, famiglie, allenatori: sfrattati senza voce. Una città che permette questo si dimentica di chi l’ha resa viva”. Un messaggio che invocava la difesa di uno spazio che ha rappresentato per generazioni un punto di riferimento sportivo e sociale. Il club, che conta circa 300 giovani calciatori nel proprio vivaio e che poche settimane fa ha dovuto assistere alla retrocessione in Prima Categoria della prima squadra, dovrà adesso trovarsi una nuova collocazione.
Ora la palla passa ad ogni modo al Livorno, che avrà il compito di trasformare lo storico impianto di Banditella nella nuova casa del progetto sportivo amaranto, ma anche di ricucire il dialogo con la città e con chi, in quegli spazi, ha costruito decenni di passione e di sport.
