UMBERTIDE (PG) – Con 30 punti e 10 rimbalzi, Giulia Marinari ha inciso il suo nome nella storia della pallacanestro giovanile italiana, trascinando la Reyer Venezia alla conquista dello scudetto Under 15 femminile nella finale vinta contro Costa Masnaga (66-58). Una prestazione da protagonista assoluta per la giovanissima play-guardia livornese, classe 2011, che ha illuminato il PalaStaccini di Umbertide con talento, personalità e una maturità tecnica fuori dal comune.
Una storia di determinazione e passione nata tra Portoferraio e Livorno, dove Giulia ha iniziato a muovere i primi passi seguendo il fratello Lorenzo, anche lui giocatore, nei campetti e nelle palestre. Dopo il trasferimento della famiglia a Livorno, ha scelto di crescere nel settore giovanile maschile del Don Bosco, preferendo il confronto con i coetanei maschi per potenziare ritmo e intensità. Una decisione che ha pagato: sotto la guida dell’allenatore Davide Cotza, Giulia è sbocciata in una delle promesse più interessanti del panorama nazionale.
«Giulia ha talento fisico e mentale – raccontava Cotza già qualche tempo fa – ma soprattutto una rara consapevolezza per la sua età. Ha trasformato una passione familiare in un obiettivo personale concreto. Sono certo che potrà arrivare lontano».
La chiamata della Reyer Venezia, dove è stata inserita nella foresteria per studiare e allenarsi, è arrivata come coronamento di un percorso accelerato e brillante. La stessa società veneziana aveva già puntato su di lei in Coppa Italia e ora l’ha vista brillare anche nella massima competizione giovanile nazionale. Marinari è stata premiata anche tra le migliori cinque giocatrici della manifestazione, ulteriore conferma di un talento cristallino.
«Sono entusiasta e felice di questa nuova avventura – aveva dichiarato Giulia a Il Tirreno al momento della chiamata dal club orogranata – voglio continuare a crescere e sognare in grande. Il mio modello? Matilde Villa, spero un giorno di poterle somigliare».
La storia di Giulia Marinari ricorda da vicino quella di un’altra livornese, Sara Madera, anch’essa partita dai campi toscani per costruirsi proprio in Laguna in casacca Reyer le fondamenta per una carriera ai vertici del basket italiano, arrivando a vestire anche la maglia azzurra sia in versione tradizionale, sia in quella ‘playground’ del 3×3.