LIVORNO – “We are the champions”. Sulle note del più classico e celebrato inno musicale riservato ai festeggiamenti sportivi, Marco Benvenuti canta a squarciagola e alza il pugno al cielo come Freddie Mercury con i suoi Queen davanti alla fiumana umana di spettatori che gremì lo Wembley Stadium nell’85. Il contesto (il palaMariotti di Spezia) e gli astanti di fronte a lui (i cronisti labronici accorsi alla trasferta forzata in campo neutro per raccontare il destino della Libertas nella sfida dentro-fuori che valeva una stagione) sono in realtà ben più modesti. Ma è tutto relativo, perché a essere più grande di tutto e tutti è la gioia che il presidente amaranto può finalmente esternare dopo l’85-77 che condanna Vigevano ma che soprattutto regala la conferma dell’A2 a Livorno.
Pare già passato molto più di un semplice mese e mezzo sul calendario, da quel sei aprile, quando alla prima dal spettatore ‘live’, la sua Libertas pur priva di capitan Fantoni infortunato ottiene comunque una vittoria fondamentale con Nardò (ribaltando la differenza canestri dopo il -11 dell’andata), sulla strada che doveva condurre al miglior piazzamento nella griglia playout.

“La salvezza me l’aspettavo. La vedevo, la sentivo. E l’ho sempre dichiarato – ci racconta a mente fredda, contattato telefonicamente il ‘day after’ – D’altronde, anche lo stesso Allinei a fine gara-5 mi ha confessato che durante il match continuava a sentire risuonare nella testa la mia voce, che gli ripeteva quanto la nostra vittoria della serie fosse una cosa che doveva per forza succedere. Almeno sul piano motivazionale, significa che anch’io ho fatto la mia parte. Sono un presidente-tifoso, nel senso buono del termine. Chi conosce la mia storia, sa già cosa mi succede dentro nel corso dei 40′ di gioco. E nei nuovi panni di presidente, sto imparando a gestirmi…”
Quello invece, ammette, lo ha travolto “oltre quanto mi attendessi, sono state le emozioni. Sia quelle arrivate dal campo ma soprattutto anche intorno e fuori, dal rapporto instauratosi con i ragazzi della squadra e con i tifosi. Davvero molto di più”.
Anche perché questo finale di stagione ha regalato sussulti e momenti ‘spaccauore’ a piene mani. Per fortuna, lieto fine compreso. “Una salvezza il cui valore considero anche più prezioso della promozione dello scorso anno, anche e soprattutto per le modalità con la quale è arrivata – prova a argomentare Benvenuti – Proprio in queste ore, al telefono con Flavio Carera che mi ha chiamato per congratularsi, cercavamo di mettere in prospettiva questo importantissimo momento nella storia del club. E abbiamo concordato come in realtà si tratti di un ‘unicum’ davvero particolare, considerato anche in passato la formula dei playout e la relativa salvezza era differente e non passava da uno contro testa a testa senza ritorno come quello odierno”.

“Tutto questo pathos intorno al futuro della squadra, i supplementari vinti, la rimonta subita e la stessa squalifica del campo che ha condotto all’esodo spezzino i tifosi“: tanti fattori e relative difficoltà che hanno elevato l’epica dell’impresa e “paradossalmente contribuito a cementificare la famiglia Libertas” prosegue.
Non senza una punta di ironia, adesso che si può distendere gli angoli della bocca in mille sorrisi e qualche sospiro di sollievo. “E poi, da presidente, possiamo dire che almeno i playout hanno portato due incassi in più per le risorse del club” ride sonoramente, dall’altra parte della cornetta. “Tornando seri, un plauso poi va fatto a chi è riuscito a riorganizzare gara-5 con una tempistica tanto ristretta e in maniera esemplare – sono i complimenti diretti dal ‘pres’ ai suoi dirigenti – Uno sforzo logistico ai limiti dell’eroico. Bravi davvero”.
Una pianificazione, lato organigramma societario in vista della prossima stagione, che invece si può tornare a elaborare per fortuna ancora una volta nella seconda categoria cestistica nazionale. Ma che in realtà, è già ben più che virtualmente partita. Sin dalla mattina del risveglio, dopo la notte magica del palaMariotti.
“Ovvio che sì, bisogna sfruttare l’adrenalina ancora in circolo – scherza ma non troppo Benvenuti – L’anno scorso, questo non avvenne non certo per incapacità ma anche per il ritardo forzato con la quale partì: a giugno inoltrato, con la struttura societaria che era tutta da solidificare e la sfida di un salto di categoria tutta da affrontare”. La sua entrata in punta di piedi, prima in Fodazione ormai cinque anni orsono, poi in qualità di socio di minoranza la scorsa estate. Questo prima delle dimissioni di Roberto Consigli e del suo ok alla sfida propostagli dal Cda di raccogliere il testimone della presidenza.
A questo giro, diciamo la ‘pietra angolare’ sarà invece la figura di un General Manager professionista: “Anche se non inventiamo certo niente di nuovo. Da me o dal Cda non arriveranno mai valutazioni tecniche sui giocatori o indicazioni tattiche per l’allenatore, benché sia un ‘romantico’ e creda ancora che un club di basket possa lavorare bene per far crescere e lanciare giovani di valore…”
Riferimenti quindi a una squadra che punterà ancora sulle qualità di Tozzi e Allinei, ad esempio? “Magari anche acquistando qualche nuovo talento in rampa di lancio” rilancia.
Anche se, come nel caso di Adrian Banks e della sua serie playout con il rendimento medio di oltre 30 a partita: la stessa ‘gallina vecchia’ che alla sua (almeno al momento) ultima partita in carriera, può fare un brodo sontuoso. Pure a 40 anni e dopo una stagione tanto lunga quanto sfiancante. “Con Adrian abbiamo parlato nel dopo Vigevano – svela Benvenuti – L’ho ovviamente ringraziato, e non solo per il contributo enorme che ha dato per arrivare alla salvezza. Ma anche e soprattutto per l’attaccamento dimostrato alla maglia e ai tifosi. Gli ho confessato che di pallacanestro in vita mia ne ho vista tanta, ma una prestazione del genere ancora non mi era capitata…Così ci siamo fatti una promessa: ci rivedremo negli States (il presidente tornerà negli USA nelle prossime ore ma sarà più che operativo anche distanza, trovando peraltro pure il tempo per fare un salto alla Summer League estiva di Las Vegas, quella più importante, e vestire i panni informali di scout, ndr) e magari parleremo anche della possibilità di ripensare ad allungare la carriera con un altro anno a Livorno…”