CASTELRAIMONDO – Dopo quasi quattro anni d’attesa, l’Italia torna a vestire la maglia rosa. A conquistarla, sulle strade marchigiane della Giulianova–Castelraimondo, è Diego Ulissi: 35 anni, toscano di Donoratico, professionista dal 2010 e corridore esperto e rispettato. Il suo terzo posto di tappa alle spalle dell’australiano Luke Plapp (Jayco-AlUla) e dell’olandese Wilco Kelderman, unito agli abbuoni conquistati durante la corsa, gli permette di balzare in testa alla classifica generale del Giro d’Italia, con 12 secondi di vantaggio sul compagno di squadra Lorenzo Fortunato e 17 su Primoz Roglic, ora terzo. Quarto Juan Ayuso.
La maglia rosa torna quindi sulle spalle di un italiano per la prima volta dal 12 maggio 2021, quando era stata di Alessandro De Marchi. Per Ulissi è la prima volta in carriera, un riconoscimento che va ben oltre la tappa: è la consacrazione di una lunga avventura in sella vissuta sempre con serietà, costanza e spirito di sacrificio. “Un premio alla carriera”, lo definiscono in gruppo. E anche un tributo a un ciclismo fatto di dedizione e resilienza.
La giornata si era accesa sin dai primi chilometri, con una fuga lanciata a ritmo elevatissimo (quasi 49 km/h di media nella prima ora). Ulissi, corridore dell’Astana–XDS, si è ritrovato nel gruppetto di testa insieme a Kelderman e Arrieta, all’inseguimento di uno scatenato Luke Plapp, che ha dominato i 197 chilometri e 3.800 metri di dislivello dell’ottava tappa, dall’Abruzzo alle Marche attraverso l’Appennino centrale. Per Plapp è la seconda affermazione australiana in questo Giro, dopo lo sprint vincente di Kaden Groves a Napoli.
Il sogno in rosa
Per Ulissi, cresciuto a Donoratico e figlio d’arte (il padre Mauro è figura storica del ciclismo amatoriale locale), è il coronamento di un sogno coltivato fin da bambino. Due volte campione del mondo juniores (2006 e 2007), ha debuttato da professionista nel 2010 e ha costruito una carriera solida: 48 vittorie, di cui otto tappe già proprio al Giro, rendendolo il corridore in attività con più successi nella corsa rosa. La maglia rosa arriva al dodicesimo Giro d’Italia della sua carriera, una dimostrazione di longevità e costanza.
Il suo percorso è stato tutt’altro che lineare: nel 2014 una positività al salbutamolo gli costò nove mesi di stop, e nel 2020 una miocardite lo tenne lontano dalle corse per diversi mesi, proprio dopo due vittorie al Giro. “Ho temuto di dover smettere”, ha raccontato. Ma, come sempre, Ulissi è tornato in sella. E oggi si gode il più importante riconoscimento della sua carriera.
Donoratico in festa
La notizia ha fatto esplodere di gioia Donoratico, la cittadina costiera in provincia di Livorno dove Diego è cresciuto. La sindaca Sandra Scarpellini, impegnata in un convegno a Livorno, ha ricevuto la notizia con emozione: “Diego è uno di noi. Non ha mai mollato, è un esempio di passione, costanza e determinazione”. Il padre Mauro, storica figura dell’Unione Ciclistica Donoratico, ha seguito e sostenuto ogni passo del figlio. “Salito presto su una bicicletta, non è mai sceso. E anche quando è caduto, si è sempre rialzato”, ha ricordato la sindaca.
Verso Siena e oltre
Ora Ulissi difenderà la maglia rosa sulle strade di casa: lo attende la tappa con lo sterrato senese, nella sua amata Toscana. “Quando corro nelle mie terre, mi esalto”, ha dichiarato. Lì, tra i cipressi e le colline che ha percorso mille volte in allenamento, riceverà l’abbraccio dei suoi tifosi.
E mentre il Giro continua, l’Italia ritrova un protagonista. Non un fuoriclasse assoluto, come lui stesso ammette, ma un corridore che ha saputo accettare la propria dimensione e trasformarla in una lunga e onorevole carriera. La maglia rosa sulle spalle di Ulissi è anche questo: una storia di maturità, di sogni coltivati a lungo e finalmente realizzati.
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