(Adnkronos) – “I giocatori israeliani non bombardano Gaza. E’ sbagliato chiamarli in causa. Così come è sbagliato” escludere gli atleti russi. E’ la posizione che Adriano Panatta, leggenda del tennis azzurro, esprime a E’ sempre Cartabianca. “Sono follie. Un conto è il governo israeliano, un conto è il popolo”, dice Panatta, che nel 1976 vinse la Coppa Davis in Cile. “C’era il regime di Pinochet, c’erano manifestazioni di persone che non volevano che andassimo a giocare. La sinistra, con il Pci in testa, era contrario alla trasferta. Andreotti, capo del governo, non decideva. Il Coni non decideva. Alla fine, il Partito Comunista clandestino cileno scrisse al Pci guidato da tuo papà – dice Panatta a Bianca Berlinguer – chiedendo che noi andassimo… “. “Insomma -chiosa con una battuta – è merito tuo se ho vinto la Coppa Davis”. Oggi, prosegue, in Medio Oriente “non c’è nessuno che possa dire ‘adesso basta’”. “Ora c’è l’iniziativa della Flotilla. Mi piace, sì… ma mi chiedo: abbiamo bisogno di questo per cambiare qualcosa? E’ grave…”, aggiunge. C’è spazio anche per toni più leggeri. “Sono ipocondriaco, penso sempre a qualcosa di grave. Anche ora, non so se ce la faccio…”, dice. “Se ho mal di testa, penso ad un ictus. Se ho un dolore al costato, immagino un infarto. Se mi fa male la schiena, penso alla paralisi”, dice il 75enne Panatta. “Quando vado a fare le analisi o vado a fare una lastra, perché mi costringe mia moglie, al radiologo dico ‘non dirmi niente’. Non guardo nemmeno il referto delle analisi, è una forma di pazzia. Dico sempre che sto per morire, ormai non ci crede più nessuno…”, aggiunge. —sportwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Panatta a E’ sempre Cartabianca: “Sbagliato accusare atleti israeliani”
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