LIVORNO – Un’estate tutt’altro che serena per il Livorno Calcio. Il ritiro è appena cominciato, ma il club amaranto si ritrova già nel pieno di una tempesta tra polemiche, comunicati e addii eccellenti. Dopo le dimissioni del direttore generale Vittorio Mosseri, ora a far discutere è il possibile passo indietro di Luca Mazzoni, club manager e dg ad interim, simbolo recente del nuovo corso ma anche figura centrale del passato amaranto.
Tutto nasce dal lancio del nuovo logo, che ha sollevato una valanga di critiche da parte di tifosi e appassionati. La società, nel tentativo di placare gli animi, è intervenuta con un comunicato ufficiale pubblicato sui social, in cui si rivendicano i meriti della stagione appena conclusa e si chiariscono le ragioni del rebranding: il cambio del logo non sarebbe frutto di una scelta estetica o strategica, ma dettato da ragioni legali legate alla proprietà dell’attuale marchio, detenuto da Enrico Fernandez Affricano, presidente onorario e storico dirigente amaranto.
“Siamo l’unico club in Italia – e forse al mondo – con il nome ufficiale intestato a un’associazione (il Club Magnozzi) e il logo di proprietà di un privato”, si legge nella nota, che denuncia una situazione anomala e potenzialmente rischiosa per la società. “Abbiamo cercato soluzioni, ma siamo stati costretti a cambiare”.
Una spiegazione che però non ha convinto tutti e che ha suscitato la reazione dello stesso Fernandez, che via Facebook ha replicato con toni duri:
“Non sono stato informato di nulla. Non sono un ‘terzo soggetto’ come scritto nel comunicato, ma presidente onorario, come da documenti in mio possesso. Il logo è stato concesso gratuitamente, in attesa di consegnarlo ufficialmente, insieme ai trofei e ai cimeli, alla città”.
La posizione della società e la frattura con la tifoseria
Oltre alla questione logo, il comunicato societario contiene un passaggio diretto e polemico nei confronti di una parte della tifoseria, accusata di voler destabilizzare l’ambiente:
“Le polemiche che alcuni sollevano a ogni nostro passo nascono da un sentimento malato legato a un passato recente. Chiediamo più fiducia e meno critiche. I nostri programmi non cambiano”.
Un riferimento esplicito alla Curva Nord, da tempo in rotta con la proprietà e nuovamente critica dopo l’addio di Bellini e l’incertezza su giocatori come Dionisi e Rossetti. La sensazione è che la frattura tra la società e una parte consistente della piazza si stia (nuovamente, dopo l’episodio legato alla contrarietà del patron Esciua alle bandiere pro Palestina) allargando.
Mazzoni verso l’uscita?
Tra le pieghe della crisi spunta anche la possibile uscita di Luca Mazzoni, figura chiave del club, amatissimo dai tifosi e attualmente dg ad interim. L’ex portiere potrebbe essere sul punto di lasciare l’amaranto, aggiungendo un altro tassello a un mosaico complicato, proprio nel momento in cui si preparava la nuova stagione.
“Stiamo lavorando per allestire una squadra competitiva. Chiediamo pazienza”, ribadisce la società nel comunicato, cercando di salvaguardare l’impegno sportivo nonostante le difficoltà gestionali.
La partenza del ritiro è stata oscurata da queste dinamiche, e servirà chiarezza – non solo nei comunicati – per ritrovare unità e visione.
Il futuro del club, nel frattempo, resta appeso a scelte cruciali. Anche, e soprattutto, nella capacità della proprietà di riportare sotto controllo la temperatura del gradimento della piazza e ricucire il rapporto con la città e il suo pubblico.